Non voglio affatto reiterare la lamentazione sulla permanenza dei gruppi dirigenti che non mollano. Voglio dire che leggendo le considerazioni di Alfredo Reichlin, 85 anni suonati, anticipate da L’unità” sembra di sentire musica nuova, di respirare aria di montagna e non quella viziata delle camarille senza orizzonte.
Si potrà essere d’accordo o meno con quello che dice, ma credo che abbia ragione quando afferma che la sinistra è rimasta senza parole, senza idee e persino senza entusiasmo quando si è arresa all’idea che il capitalismo fosse l’unica strada verso il progresso, che le leggi dell’economia fossero intrinseche, ineluttabili e che il suo compito fosse solo quello di tutelare i deboli, cosa che peraltro nemmeno ha fatto. Così si è persa la capacità di pensare alla società in modo diverso. In pratica di essere alternativa.
Nel deserto di prospettive diverse, anche i cambiamenti di uomini sono più difficili e rischiano di avere anche poco senso.
Per conto mio aggiungerò qualcosa: lo sforzo di fuoriuscire dall’ utopia comunista è stato così forte, a volte così drammatico, che ha esaurito le capacità ideative e persino emotive dei gruppi dirigenti. Così essi non si accorgono che qualcosa sta cambiando nuovamente, che il pendolo sta apprestandosi a una nuova oscillazione. Non si accorgono che potrebbero osare.
Il capitalismo vincente, come ormai si comincia a riconoscere da più parti, comprese quelle rintanate dentro la conservazione, è rimasto riformista e collegato all’idea di progresso sociale, fino a che ha avuto un nemico, un rivale, fino a che doveva competere sia sul piano delle idee che su quello dei risultati.
Una volta diventato monopolista, si è lasciato travolgere da se stesso, ha creato un’economia finanziaria che ha umiliato il lavoro e lo ha relegato in altre aree del mondo, avvelenando le proprie radici e mettendo le premesse per marginalizzare l’occidente.
Perché il lavoro, di qualunque tipo esso sia, è la base della civiltà. Dice un proverbio cinese che viene proprio a puntino: chi legge impara, chi guarda sa, chi fa capisce.
E infatti stiamo cominciando a non capire.
Non ho letto le considerazione di Alfredo Reichlin a cui ti riferisci.
Credo che essere creativi in ambito politico, pensare alla società in modo diverso per diventare alternativa sia insidioso e anche misterioso.
Il monopolio capitalista, in tempi diversi e con modalità attuali ancora in nuce, già era stato individuato da Mattei, Pasolini, ecc. che avevano osato pensare e anche attuare una politica alternativa tragicamente fallita. I ritmi, il bene e il male, la ricchezza e la povertà li detta da sempre il capitalismo. A volte è stato contrastato, rallentato ma l’autostrada era quella e senza uscite, solo piazzole di sosta.
Oggi, a capitalismo selvaggio ma raffinato e invasivo si risponde con modalità di pensiero e di lotta da vecchio capitalismo selvaggio. Torneremo al luddismo? Non si trovano modalità nuove di contrasto.
Fidel Castro è uscito dal silenzio e ha proclamato che il comunismo è fallito. Sta preparando il dopo Castro prima che lo impongano i potenti vicini di casa. Quali modalità troverà? Proporrà un capitalismo dal volto umano? Con quali sembianze? Riformista, socialdemocratico, consociativo?
Forse bisogna avere il coraggio e la forza di spegnere i motori, scendere, saltare la carreggiata e uscire da quella autostrada. Prendere un’altra strada, e non un’autostrada, che non è quella del ritorno all’età della pietra ma di una politica e di una economia circolare non verticistica che punti alla convivenza e alla solidarietà.
Sono solo parole, costruire la concretezza è altra cosa, lo so.
Hai tradotto benissimo una mia considerazione che è diventata una costante, da quando ho visto la demolizione del PCI, la demolizione degli ideali che hanno contraddistinto il PCI da gli altri partiti……. il tutto per giustificare la nascita di soggetti politici morti che ostinatamente chiamano nuovo. Hanno abbandonato la lotta di classe per associarsi a questa classe economica e finanziaria, che come le arpie approfittano della crisi, per abbattare i diritti degli operai e ampliare il loro spazio speculativo ai danni dell’intera nazione. Dimenticavo…..anche questo mercinomio lo chiamano nuovo.
mi spiego meglio, amo il tuo modo di scrivere da sempre, in questo scritto ti ho amato in modo particolare, esplicito, delicato ed ironico….va meglio così?
Alberto, sei sempre incisivo e lungimirante. Ti ammiro molto. Io ti seguo x capirci qualcosa di più.