Se non altro questo tempo maledetto sarà ricordato per il decisivo apporto alla commedia dell’arte. Sono capitato per caso sul blog di Massimo Donadi, deputato dell’Idv, persona spesso ragionevole, almeno a giudicare dai suoi interventi nei dibattiti politici e leggo qualcosa che rassomiglia a un canovaccio per un qualche Brighella d’antan.
Vi si dice che Vendola non può essere il leader della sinistra perché non ha un programma politico. Ora per uno che sta nell’Idv partito che finora ha elaborato solo le prime due lettere della parola programma, pare un po’ singolare. Ma poi si scopre che nella sostanza è tutto il contrario: Vendola non gli va giù proprio perchè dice delle cose invece del nulla quotidiano che sentiamo provenire dall’opposizione.
A Donadi non va giù che Vendola abbia chiamato eroe Giuliani e che prefiguri una uscita dal capitalismo selvaggio degli ultimi decenni questi anni, cosa che gli appare scandalosa, ma che altrove viene invece vista come una prospettiva non solo praticabile, anche auspicabile se vuole salvare qualcosa di questa Europa che ha rinnegato se stessa.
Ciò che non va giù a Donadi e a molti altri è che Vendola abbia una visione diversa, incisiva e non banale delle cose, una sensibilità più acuta, un approccio diverso.
Però il buon Donadi riconosce a Vendola un qualche carisma e questo lo autorizza a dire che proprio per questo incarna, esattamente come Berlusconi, il leaderismo allo stato puro. E insomma l’altra faccia della medaglia. Un arzigogolo che merita solo quella battuta di Woody Allen: “Sono un medico, tengo un corso sulla masturbazione, adesso devo andare sennò iniziano senza di me…”
Ma si sa i canovacci sono così. L’immobilismo del Paese, la sua incapacità di uscire dal circolo vizioso di una “moderazione” che è pura conservazione, la difficoltà di concepire qualcosa che vada oltre il centrismo degli anni ’80, ha la consistenza del parmigiano stagionato, si stacca a scaglie. E dire che l’Idv è il partito che più alza la voce con Berlusconi, tanto che è accusato dal Pd di saper solo urlare, di fare un opposizione gridata, ma senza prospettive e cultura politica.
Entrambi però sono spaventati da Vendola che l’opposizione a Berlusconi la fa senza urlare, senza sussurrare, ma pensando. E questo, decisamente è troppo radicale. Anzi imperdonabile.
Mi pare giusta la Tua analisi .E poi ha l’orecchino e a questi ruspanti dell’IDV non va proprio giù una cosa simile.Secondo me è tutta invidia perchè sa esprimersi in un perfetto italiano e potrebbe essere un concorrente con più palle di loro.
Non mi stupisce, in fondo L’IDV è un partito di uomini della vecchia destra, che solo in chiave d’opportunità(non opportunismo) sta all’opposizione, ma sempre di una vecchia destra si tratta (senza voler dare giudizi di valore)… Vendola non mi convince ancora del tutto personalmente, ma è chiaro che ha comunque una visione secondo me futuribile di una sinistra che voglia stare a sinistra… ….un saluto