Site icon il Simplicissimus

Il cardinale miscredente

Certo ci vuole una bella faccia tosta. Il cardinale Sepe riesce ad essere ancora più squallido dei suoi affari quando paragona la sua vicenda al Calvario e alla croce. Peggio di un bestemmiatore maremmano.

Una dimostrazione di sfrontatezza etica e di fede inesistente a cui del resto non si sottrae nemmeno il Vaticano nel suo complesso: mentre dà l’impressione di deplorare con le solite frasi vaghe, fa sapere di esigere l’impunità. Il richiamo al Concordato e allo status diplomatico delle sedi “extraterritoriali” della Santa Sede  non ha altro significato.

E dire che  cardinale Sepe sarebbe stato il pezzo forte di una galleria lombrosiana. Più che dedito ai miracoli lo si può immaginare sul trono cardinalizio a farsi baciare l’anello, ma invece di distribuire benedizioni, sussurrare “O vulite accattà? Faccio buon prezzo”.

Sciocchezze. Il cardinale si autoproclama martire, come del resto è accaduto al suo predecessore, sostituito per raggiunti limiti di età e di decenza. Certo un martire molto speciale perché nel suo compararsi a Gesù ha già sostenuto che risorgerà. E se qualche S. Tommaso dovesse farsi venire dei dubbi il buon cardinale potrà sempre metterlo alla prova: metti un dito nelle mie tasche e vedi se non ci sono dei soldi. Amen

Exit mobile version