Ci vorrebbe una seduta spiritica, una medium, il mago di Arcella  per evocare il Pd, sempre più diviso al suo interno e sempre più invischiato nel suo non rinnovamento. E dire che in questo momento sono in gioco i suoi interessi vitali: con la stangata alla greca si andrà a colpire principalmente il settore del lavoro pubblico, dove il partito ha ormai la sua vera base elettorale.

Nonostante questo non si sente alcuna controproposta che pure dovrebbe essere facile e d’impatto: colpire i settori delle rendite e dell’evasione, dei grandi patrimoni. Troppo di sinistra. L’unico interrogativo sul quale ci si scanna è se si possa un domani partecipare a un governo di salute pubblica con Berlusconi, oppure cercare di arrivare a un governo d’emergenza senza il tycoon di Arcore.

Ormai si naviga a traino di Casini. Dunque niente proposte alternative, nemmeno un’altra che pure dovrebbe essere d’obbligo: invece di impoverire ancora il Paese, i lavoratori e i pensionati, mettere mano all’architettura barocca degli enti locali, eliminando le provincie e combattendo la corruzione diffusa e costosissima che si è incistata negli enti pubblici dai Comuni alle Regioni. No, questo magari non è nemmeno tanto di sinistra, ma non piace al partito. Meglio che a pagare siano i soliti noti, per il bene del Paese, ça va sans dire.

Paradossalmente una forza politica ” strutturata” come è ancora il Pd, con la sua pletora di apparati, di organismi, di comitati d’affari o meno, di ceto politico afferente, è meno attrezzato di un partito padronale, a fare proposte di questo tipo. Il padrone ha altri mezzi e altre vie: può depredare il Paese con una cricca d’amici riuscendo persino a risultare virtuoso.

E allora? Assisteremo per l’ennesima volta all’afonia, all’incapacità di presentare qualche idea alternativa, alla rinuncia ad essere opposizione reale, alle infinite divisioni interne. E’ vita politica questa?