Tra qualche giorno assisteremo a una delle commedie più desolanti e allo stesso tempo più divertenti che si possano immaginare: il Cavaliere che da vittima di complotti giudiziari si trasformerà in moralizzatore.

Messo in allarme dai sondaggi e probabilmente in animo di andare alle elezioni anticipate, si prepara a cavalcare la corruzione dilagante che è l’unico reale risultato dei suoi lunghi anni di governo.

E qui si apre una nobile gara di balle stratosferiche con Scajola il ministro che prima non avea idea che gli avessero comprato una casa, poi, visto che la cosa era innegabile, ha detto che non conosceva e non sapeva nemmeno chi gli avesse fatto il regalo, poi si è detto disposto a chiarire la cosa con i giudici e infine si è rifiutato di testimoniare in tribunale.

Dal momento che la vicenda immobiliare  del rubagalline di Imperia ha aperto il caso morale è interessante il parallelo con il caso Mills in cui troviamo un avvocato che è stato corrotto per favorire Berlusconi con una falsa testimonianza. Anche qui abbiamo 600 mila dollari che si sono materializzati dal nulla senza che il beneficiario della testimonianza abbia spiegato l’apparizione. Anzi ha sostenuto che avrebbe chiarito tutto ai magistrati, ma poi non si è mai presentato, grazie al legittimo impedimento.

E’ una bella gara insomma anche se il Cav è destinato a vincerla non fosse altro perché nel casi di Scajola almeno i soldi misteriosamente arrivati servivano all’acquisto di una cosa, mentre bel caso Mills si sarebbero materializzati dal nulla e per giunta senza scopo. Ma siamo sullo stesso piano.

Eppure la campagna di Silvio contro la sua stessa cricca, coltivata e difesa a spada tratta fino a ieri, farà strage nei cuori dei suoi amorosi elettori che non vedono l’ora di attribuire ad altri le responsabilità per salvare la loro sciocca credulità o trovare un alibi alla propria falsa coscienza.