Kim il Silvio ammette che nel suo governo “rubano tutti o quasi tutti”. Una rilevazione che altrove susciterebbe sdegno e cadute di governi, ma da noi passa quasi inosservata tra qualche ridacchiata di caimani e il silenzio contemplativo dei media.
Non sappiamo se il Cavaliere consideri il ruban tutti un esaltante traguardo o un problema, ma in ogni caso il rimedio è già pronto: stop alle intercettazioni e giro di vite sul web.
Per il premier la corruzione, così come tutto il resto della vita italiana, è solo un problema di informazione: eliminare la corruzione per lui è equivalente ad eliminare l’informazione sulla corruzione. Occhio non vede, cuore non duole. Soprattutto non duole il consenso: è questa la relatività berlusconiana.
Così è per la crisi economica, la criminalità organizzata e per gli altri enormi problemi che ci sovrastano: con un po’ di ottimismo e soprattutto con molto silenzio è “come se” fossero risolti. Se i giornali fanno inchieste o pubblicano liste sono disfattisti, se uno scrittore parla della Camorra è uno che ci infanga, se un film che contesta le opere di regime va a un festival, viene considerato un oltraggio.
Il vero nemico politico di Berlusconi, come di tutti i regimi autoritari, è la consapevolezza. Ma il Cavaliere sa che è un nemico che si può vincere spargendo un po’ di denaro e di case, un po’ di carriere e adesso anche mettendo in piedi un sistema di censura. Ma soprattutto affidandosi ai vizi del Paese, così bene espressi da Longanesi: la virtù affascina, ma c’è sempre in noi la speranza di poterla corrompere.
E come afferma Saviano chi informa diventa per la mafia il colpevole degli atti denunciati….vedo tutto incollato, un appiattimento, il concetto del tutto uguale, tanto son tutti corrotti ha portato gli italiani a sostenere la mentalità più becera e mafiosa. Non mi sento pessimista, la realtà va vista in faccia.
albè dopo tutto abbiamo un premier che parla come un mafioso……finchè di mafia si tace la mafia non esiste…..relatitività berlusconiana.