La Cdu di Frau Merkel ha subito una pesante batosta in NordRhein- Westfalen. Molto più pesante del 10 per cento di elettorato perduto, perché la sconfitta fa perdere alla coalizione di governo la maggioranza nel Senato federale. Creando dunque un conflitto tra i due rami del Parlamento.

Proprio questa eventualità ha paralizzato il governo tedesco sulla vicenda greca, facendo marcire la situazione e mettendo in pericolo l’Euro. Ancora alcune settimane fa sarebbero bastati molti meno soldi per recuperare la situazione e probabilmente soldi non a fondo perduto come sono in effetti quelli che sono stati concessi tradivamente.

La Merkel pensava che aiutare la Grecia avrebbe indisposto il suo elettorato. Compiendo un doppio errore: tattico perché si è trovata a dover spendere molto di più proprio alla vigilia delle elezioni. Ma anche strategico perché il partito di gran lunga più ostile a qualsiasi aiuto, quello liberale,  ha avuto un aumento di consensi risibile. Segno che i problemi politici hanno radici ben più profonde e che si va pian piano delineando un cambiamento di tendenze politiche a livello continentale.

Così adesso in Europa abbiamo due situazioni che smentiscono in pieno le due favole che il milieu politico italiano ama raccontare. La Germania nata come stato federale grazie a  tradizioni radicate e non certo effimere o ambigue, come le nostre, si trova nei guai proprio a causa di questa articolazione istituzionale, peraltro molto rigida. La Gran Bretagna, da parte sua, dimostra come il bipartitismo o bipolarismo, altro must nostrano, stia entrando in crisi persino nella sua terra natale.

Scopriamo così che l’idea di modernità alla quale si rifanno, con accenti diversi, sia il centro destra che il centrosinistra, il tema delle famose riforme che dovrebbero far uscire il Paese dalla stagnazione in cui si trova, sono in realtà motivo di crisi altrove. Qualcosa che oggi viene messo in discussione.

Nel migliore dei casi quella ci tocca è  una modernità retrograda.