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Astensioni e tensioni

Dopo le amministrative mi era sembrato abbastanza ovvio osservare che l’astensione non aveva favorito il centro sinistra e che anzi una notevole fetta di chi non era andato alle urne, mancava nel carniere del Pd. La cosa mi era stata contestata, perché partendo a far di conto dalle politiche e dalle europee la cosa non era così chiara. come se il fatto che il grosso dell’astensione a sinistra si fosse manifestato in precedenza, cambiasse il discorso.

Ora però, dopo i ballottaggi nei comuni, siamo di fronte all’evidenza: l’astensione è cresciuta, ma il centrosinistra ha ottenuto un risultato ancora più magro. Ed è evidente che questo distacco dell’elettorato,per di più  in un momento così delicato, per non dire drammatico, deriva dall’incapacità complessiva della sinistra di essere al contempo alternativa e concreta.

Quando è diversa dal berlusconismo lo è in modo astratto e poco convincente, quando è concreta non  risulta molto distinguibile dalla maggioranza. Sembra quasi che la sinistra sia andata a scuola da Adorno e si sia convinta che non esiste una sintesi fra Idea e Natura come avrebbe detto Hegel, oppure tra ideali e politica, come potremmo dire noi.

Fatto sta che il messaggio non arriva, esperimenti non se ne fanno, c’è un sonnolento tepore nei confronti di tutti, della piazza, degli elettori, di Prodi,  dei sindaci, delle pressioni che vengono dalla base. Regna una prudenza asfittica che impedisce persino di fare dure battaglie parlamentari.

Da una parte sembra una politica di pongo, da un’altra appare rigida, modellata in una di quelle leghe povere e  luccicose insieme che servono a fare coppe e trofei. Tutti passati però, tutti chiusi nell’armadietto delle vecchie glorie.

E anche dopo l’ultimissima botta si sente parlare di reazioni forti, di scatti e via andando con tutto l’armamentario. Una riscossa a colpi di concretezza, parlando di ciò che interessa a gli italiani. Ma la verità è che l’informazione negata e il dramma economico, richiedono molto più di questo, impongono di dare una speranza, concreta, ma non banale e soprattutto non troppo ossequiosa nei confronti dei poteri finanziari ed economici. Non troppo seduta sullo statu quo.

Ma purtroppo è solo uno sfogo.

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