Ci sono vescovi emeriti, vale a dire in pensione, che vengono usati per esprimere i pensieri di pancia delle gerarchie e anche quelli ancora più bassi. Dicono cose incredibili e nessuno si sogna di smentirli, tanto sono “solo” emeriti.

Qualcuno di loro una volta gustata la felicità di dire quel che veramente pensa, ci prende gusto. E continua a parlare e a mostrare l’anima nera che possiede. Un tale monsignor Babini, già noto per l’oltranzismo nei confronti dell’omosessualità, si è finalmente rivelato nella sua realtà: adoratore della croce. Con un piccolo particolare: che si tratta della croce uncinata.

Non la manda a dire il vescovo emerito di Grosseto. Sulla vicenda dei preti pedofili ipotizza un complotto sionista e giustifica l’Olocausto sostenendo che era stato innescato dal fatto che gli ebrei avevano strangolato la Germania: “Gli eccessi e le malversazioni degli ebrei strozzarono l’economia tedesca”. Questo sì che è parlare chiaro, maremma maiala.

Assodato il filonazismo del monsignore, che di certo non stupisce, c’è però da notare che l’argomento da lui usato è quello che Hitler stesso e la sua cricca avevano inventato negli anni venti. E che dichiararono di aver inventato di sana pianta.  Perché in realtà gli industriali ebrei collaborarono fino all’ultimo con il governo dei Kaiser mentre molte migliaia di ebrei furono decorati per le loro azioni di guerra. Tanto che proprio questo finì per essere uno dei maggiori motivi di attrito tra l’esercito e il partito nazista.  Lo stesso padre del revisionismo, Ernst Nolte, non prende nemmeno in considerazione queste chiacchiere triviali.

Dunque scopriamo che l’emerito pastore è anche emeritamente ignorante come una capra e si limita a ripetere come un automa quello che deve aver ascoltato come fervente balilla. Del resto anche sull’omosessualità ha sostenuto che è contro natura, tanto che negli animali non esiste. Disgraziatamente chiunque abbia un minimo di informazione, sa che invece è diffusissima tra i mammiferi, al punto che esistono specie dove la maggioranza degli individui lo è. Ma questo non lo dicevano al sabato fascista. E credo che Monsignor Babini non debba aver letto molto a parte il messale e il Corriere dei piccoli.

Il fatto che si possa arrivare ad essere vescovi avendo un’istruzione da quinta elementare, conferma l’impressione del drammatico crollo di qualità delle gerarchie ecclesiastiche, le quali ormai non sono più in grado di capire il mondo e la sua cultura, si limitano a contraddirlo o a lucrarne i vantaggi. Non che nel mondo cattolico manchino le intelligenze, ma queste sono tenute ai margini, mentre si preferisce l’obbedienza, la spregiudicatezza, l’ignoranza  o l’ arcaica devozione, a seconda delle situazioni.

Esattamente come sono tenute ai margini le esperienze di frontiera sociale o di spiritualità e ci si tiene ben attaccati a riti, fasti, potere e tradizioni. Se poi ci si ritrova con i Babini, con i Cantalamessa, con i Bertone e via andare, è persino ovvio. Così come è accaduto nella politica e in generale nelle classi dirigenti italiane. Tutti emeriti.