Quello di ieri è stato un grande esperimento, qualcosa che apre finalmente un varco dentro l’informazione di regime: Raiperunanotte non soltanto ha avuto successo, ma probabilmente ha fatto molti più numeri reali di quelli che Santoro avrebbe fatto sulla Rai.

Si è anche creato un mix di mezzi che in queste proporzioni e con questa intensità emotiva non ha precedenti nel mondo: l’Italia si dimostra creativa non appena può liberarsi dalla muffa maleodorante che si è impadronita di lei.

Però non dobbiamo illuderci: così com’è Raiperunanotte rimane una specie di unicum, i cui spezzoni navigheranno a lungo nel web, ma che senza un’organizzazione ad hoc, senza un plafond finanziario, senza una tessitura dedicata, è destinato a rimanere un evento e a non evolversi in una forma peculiare di informazione.

Per tre motivi: intanto la non casuale mancanza di banda larga che per moltissimi rende difficoltosa la fruizione via computer. Non è un caso che fuori d’Italia l’avvenimento sia stato seguito molto meglio, con qualità televisiva e senza  interruzioni. Ne sono testimone diretto.

In secondo luogo la banda larga di governo cercherà di evitare che ci sia un’informazione organizzata sottratta alla censura e al controllo. con qualche leggina, qualche inghippo, qualche pretesto. E’vero che lo zoccolo duro degli interessi di bottega non sarà scalfito da questo, così come non ne sarà investita quella fascia assente di popolazione che a mala pena sa usare il telecomando. Ma la cosa è pericolosa lo stesso, può essere un’infezione. Le tv del Cavaliere finora hanno preferito non parlare troppo della serata, guai a mettere una pulce nell’orecchio ai suoi analfabeti tecnologici e politici.

La terza ragione è la stessa per la quale non sono d’accordo con Santoro:  non è più tempo di farla fuori dal vaso, di fare episodici dispetti al potere. E’ invece ora di vuotare il vaso dalle deiezioni che si sono accumulate, di ripulire l’aria, di fuoriuscire dalla semplice protesta.  Di tirare lo sciacquone.