Così assistiamo al triste spettacolo di un giullare del potere come Minzolini che si paragona a Giovanni Amendola, giornalista e intellettuale ucciso dai fascisti a bastonate. Quale sia il punto di contatto con un servo che manipola, nasconde e altera le notizie non è dato di sapere: è una cosa talmente stupida che ci svela ilo retroscena del cervello minzoliniano.
Comunque sia è forse utile riportare qui alcuni passi del Manifesto degli intellettuali antifascista, ispirato da Amendola, scritto da Croce e firmato da : Filippo Abignente jr, Luigi Albertini, Sibilla Aleramo, Corrado Alvaro, Giovanni Amendola,Giovanni Ansaldo, Vincenzo Arangio-Ruiz, Antonio Banfi, Sem Benelli, Roberto Bracco, Piero Calamandrei, Emilio Cecchi,Cesare De Lollis, Floriano Del Secolo, Guido De Ruggiero, Gaetano De Sanctis, Francesco De Sarlo, Luigi Einaudi,Giorgio Errera, Giustino Fortunato, Eustachio Paolo Lamanna, Giorgio Levi Della Vida, Carlo Linati, Attilio Momigliano,Rodolfo Mondolfo, Eugenio Montale, Gaetano Mosca, Ugo Enrico Paoli, Giorgio Pasquali, Giuseppe Rensi, Francesco Ruffini, Gaetano Salvemini, Matilde Serao, Adriano Tilgher, Umberto Zanotti Bianco.
Immaginiamo un manifesto del povero Minzolini, sottoscritto da Bondi, Brunetta, Carfagna, Brambilla e 350 escort. E chissà che queste ultime non abbiano un sussulto di dignità: ci sono dei limiti a tutto.
Comunque sia ecco qualche passo di quel manifesto che Minzolini troverebbe molto imbarazzante.
In che mai consisterebbe il nuovo evangelo, la nuova religione, la nuova fede, ( ci si riferisce al Manifesto fascista di Gentile, ndr.) non si riesce a intendere dalle parole del verboso manifesto; e, d’altra parte, il fatto pratico, nella sua muta eloquenza, mostra allo spregiudicato osservatore un incoerente e bizzarro miscuglio di appelli all’autorità e di demagogismo, di proclamata riverenza alle leggi e di violazione delle leggi, di concetti ultramoderni e di vecchiumi muffiti, di atteggiamenti assolutistici e di tendenze bolsceviche, di miscredenza e di corteggiamenti alla Chiesa cattolica, di aborrimenti della cultura e di conati sterili verso una cultura priva delle sue premesse, di sdilinquimenti mistici e di cinismo.
Per questa caotica e inafferrabile “religione” noi non ci sentiamo, dunque, di abbandonare la nostra vecchia fede: la fede che da due secoli e mezzo è stata l’anima dell’Italia che risorgeva, dell’Italia moderna; quella fede che si compose di amore alla verità, di aspirazione alla giustizia, di generoso senso umano e civile, di zelo per l’educazione intellettuale e morale, di sollecitudine per la libertà, forza e garanzia di ogni avanzamento.”
Ecco in che cosa si è riconosciuto Minzolini: nei fascisti.