Site icon il Simplicissimus

"Noi amiamo Silvio"

In questi giorni sta uscendo nelle edicole un prodotto editoriale di cui assolutamente si sentiva la mancanza, del quale eravamo orfani: “Noi amiamo Silvio”, volume di insolita grandezza, tipo quelli sui grandi pittori del passato, ma che invece contiene un nutrito album fotografico del premier e assieme a un collage dei suoi discorsi. Chi sarebbero questi noi non è ben chiarito, è una specie di folla simbolica, sono anonime mani levate verso un’idolo di pietra sorridente, verso il vitello d’oro.
Certo il livello di un Paese si misura da quello dei suoi miti. Ma personalmente mi sento di ringraziare l’editore Peruzzo per questo straordinario atto di indipendenza e di buon gusto: il libro rappresenta alla perfezione l’essenza del berlusconismo, l’anima del leader, il distillato delle apparenze e degli inganni. In maniera però così ingenua e pesante da costituire un disvelamento. Tutte le foto sono pessimamente ritoccate e donano al Cavaliere una irreale tonalità color ocra, degna di un cartone animato. I capelli vengono e vanno senza pace, a seconda del “truccatore digitale”, mentre le mani, che non sono state “trattate, assumono per contrasto un rosa sospetto da tre porcellini di Disney. Per non parlare dei personaggi che il premier incontra, lasciati senza ritocco e dunque insolitamente umani al confronto del pinocchio a 36 denti.
Poi ci sono i discorsi: sfrondati dalle battute, dai lazzi, dalle barzellette, dagli applausi e dalle sottolineature servili, appaiono per quello che sono: intellettualmente infantili e psicologicamente ossessivi. Insomma una specie di parodia del miglior Forlani e del peggior De Mita.
Così dopo aver sfogliato il volume diventi sempre più incredulo: sai che se davvero puoi amare il triste e banale alieno sorridente, vuol dire che puoi odiare te stesso.

Exit mobile version