Ogni limite ha la sua pazienza. Ma limiti e pazienza si stanno esaurendo rapidamente e inesorabilmente: siamo stanchi di balbettii, di mezze parole, di indecisioni e mali di pancia da apparato. Vogliamo sapere se nel Lazio il PD appoggerà davvero Emma Bonino o se si è solo limitato ad una specie di silenzio assenso, a una sorta di benedizione per necessità. Oggi sono comparsi i primi saluti romani in appoggio alla Polverini. Ed era prevedibile che prima o poi gli istinti politici originari emergessero sotto la scorza di un sindacalismo superficiale e ambiguo, se non apertamente padronale. Dall’altra parte, vista la posta in gioco, si intende prendere qualche iniziativa o ci limiterà al coma farmacologico perché non si può appoggiare una persona che come Emma ha combattuto per l’aborto, pena spaccature e dissensi? Pena la Binetti e la sua ipocrisia originale per la quale non c’è battesimo che tenga? Cosa caspita c’entra l’aborto con la presidenza del Lazio? E anche se c’entrasse vale la pena ricordare che è una legge dello Stato, approvata a grande maggioranza da un referendum popolare. Francamente che debba essere un problema per un partito che si definisce di centro sinistra, va oltre il grottesco. Denuncia una disperata mancanza di idee, di prospettive, di senso.
Vogliamo sentire parole chiare e invece i dirigenti del Pd sono come Peppino in Malafemmina che dopo aver farfugliato tre parole, concludeva con “ho detto tutto”. E no, cari signori, basta con i farfugli: nou voulevons savoire….