Giurin giuretto: lo faranno, tanto più che per questo ci sono 31 milioni europei. E per un sublime motivo: grazie all’ingresso del digitale saranno risparmiati addirittura 30 milioni in carta. Evviva. Rimane da capire cosa possano farsene gli studenti di un solo computer a classe, a che cosa potrà servire il tablet al docente, a consultare Wikipedia, a sostituire il registro di classe o a chattare? Ma Profumo sa cos’è un tablet? E farebbe anche piacere conoscere in che modo e per quali programmi dovrà essere utilizzata la mercanzia tecnologica, se esiste insomma accanto a questo acquisto per il risparmio di carta, un qualunque progetto didattico o strategico. Ma non una parola sull’argomento: si ha proprio l’idea che il professor Profumo non abbia una mezza idea dei sistemi informatici e che il concetto di modernizzazione sia quella di fare contratti e contrattini, magari con qualche vantaggio per i soliti noti, al fine di per sbattere un po’ di macchine in giro. Senza senso e senza costrutto.
Forse non sa che se le scuole volessero utilizzare l’inutile computer a classe per fare qualcosa di serio e mettere in piedi un’aula informatica, avranno bisogno di finanziamenti, di scelte accurate sia di macchine che di software, di sostegno tecnico e didattico, magari di corsi di aggiornamento. Si dovrà spendere molto di più per non rendere le spese inutili. Cosa del resto ovvia, visto che l’Italia è ben lontana da riservare alla scuola lo stesso pil degli altri Paesi: il 4, 7% contro il 5,8% della media europea, che comprende però anche Paesi parecchio arretrati. Quindi i membri del governo sarebbero vivamente pregati di evitare la sceneggiata dei modernizzatori fasulli facendo un po’ di compere in giro con quello che rimane delle immancabili e laute regalie alle scuole private e pensando che con questo sia esaurito il compito.
In ogni caso però il ministro sa benissimo come usare il rotolone regina dei faremo e delle chiacchiere. E nelle scuole sanno benissimo cosa farsene.