Anna Lombroso per il Simplicissimus

Un’associazione americana costituita dalle vittime dei preti pedofili ha chiesto al Tribunale penale internazionale di incriminare Benedetto XVI e altre tre persone per aver “tollerato abusi e molestie” . Il Survivors Network of those Abused by Priests e il Center for Constitutional Rights hanno depositato al Tribunale dell’Aja un fascicolo di 20mila pagine per dimostrare che il Vaticano “ha tollerato” abusi e molestie su minori in tutto il mondo e “protetto” i responsabili. Nella denuncia si chiede alla Corte penale internazionale di “incriminare il Papa” per la sua “diretta e superiore responsabilità per i crimini contro l’umanità, gli stupri e altre violenze sessuali commesse nel mondo”.

Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera si indigna: ma come? Benedetto XVI evoca continuamente il Vangelo secondo Matteo, laddove dice «Piuttosto di scandalizzare un innocente, meglio sarebbe legarsi una macina di mulino al collo e gettarsi nel mare profondo». Ma come? se c’è un Papa che non si è nascosto nel silenzio e nell’imbarazzo, ma ha denunciato con forza i crimini e l’omertà, quello è papa Ratzinger. La sua «Lettera ai cattolici d’Irlanda» è il documento più coraggioso che il Vaticano abbia prodotto al riguardo nella sua storia. Insomma, secondo Cazzullo, Benedetto XVI non merita proprio di vedersi piombare addosso l’assurda accusa di crimini contro l’umanità.

Il primato della parola, dell’esternazione e della comunicazione segno di questo tempi “mediatico” , sulla realtà e a verità, contagia inguaribilmente soprattutto chi con le parole “ce campa” verrebbe da dire. E più che mai sostituirei “non possiamo non dirci cristiani” con “non possiamo non essere ipocriti”.
Io posso non dirmi cristiana e sento l’obbligo di non essere ipocrita, a costo di essere banale. Quindi con buona pace di Cazzullo inviterei lui, credenti e non a cominciare e distinguere tra il fatidico predicare bene e il sempre più diffusa razzolare male. Tra l’impegno verbale e l’obbligo pratico e dimostrativo. Tra i proclami e l’azione. Le gerarchie ecclesiastiche come d’abitudine citano il Vangelo ma non lo praticano, scagliano pietre “orali” che non danno seguito a salutari lapidazioni. Anche la loro misericordia è narrativa più che praticata, se condannano alla marginalità come disubbidiente e ribelle si richiama alla teologia più contigua ai poveri e ai diseredati. E preferiscono le pecorelle remissive ai cittadini responsabili, se la loro cittadinanza non prevede il più elementare dei suoi adempimenti: pagare le tasse.

Per di più, si informi l’editorialista, in questo caso specifico Ratzinger è l’incauto autore di un documento che non aveva solo significato ed effetto simbolico. La De Delictis Gravioribus a sua firma, attribuiva alla Congregazione per la dottrina della fede, una propria autonoma “giurisdizione” che aveva il suo decorso dal momento della denuncia di un eventuale crimine sessuale, fino ai dieci anni successivi al giorno in cui il minore avesse compiuto i diciotto anni d’età.
Secondo il documento e le “istruzioni” di Ratzinger, i resoconti delle “indagini preliminari” su ogni singolo caso di abuso avrebbero dovuto essere inviati al suo ufficio il quale ne avrebbe riferito a speciali tribunali vaticani, al cui interno le cariche di giudice, pubblico ministero, notaio e rappresentante legale venivano ricoperte esclusivamente da ecclesiastici. “Situazioni di questo tipo sono coperte dal segreto pontificio”, concludeva la lettera di Ratzinger, e l’infrazione del segreto pontificio veniva intesa come una grave azione, perseguibile anche attraverso la scomunica.
C’è poco da gridare alla lesa maestà dunque, a meno che non si voglia che al tribunale dell’Aja venga deferito Ratzinger per aver costruito una impalcatura a copertura degli abusi sessuali perpetrati da ecclesiastici, e non il Papa, che a smentita del teorema che circola di più in Italia, “poteva non sapere”.

Siamo di fronte a uno dei delitti più odiosi, lo dice perfino Cazzullo, quello che toglie sorriso, innocenza, futuro a bambini e adolescenti, compromettendone l’esistenza a l’armonia, popolando il loro domani di spettri e trasformando l’aspettativa in paura degli altri e dell’amore. Ed è uno di quei casi nei quali è arduo compiere graduatorie e classifiche del male: è più assassino Hitler o Stalin, è più genocidio quello degli armeni o quello dei rom? Ma il disinvolto Cazzullo proprio non ci sta: mica vorremo paragonare il Papa al generale Mladic? Ma scherziamo? Con provocazioni come queste, ammonisce, “sarebbe il nuovo diritto internazionale a finire in discussione. Il mondo globale ha bisogno anche di codici e tribunali globali … Oggi il formalismo e l’ideologismo possono creare formidabili danni alla causa della giustizia globale, forgiare argomenti a beneficio dei suoi avversari, e consentire ai veri criminali di agire indisturbati”.
Certi commentatori trattano il tema della giustizia terrena e forse anche divina, con i parametri nazionali. E anche con un certo indulgente e arbitrario approccio ad personam che ha ormai contaminato quasi tutto.

Non mi sembra proprio dissennato o illegittimo chiedere alla Chiesa che dovrebbe testimoniare della giustizia di Dio anche in terra di essere esemplare nel ristabilire l’equilibrio tra male e bene proprio nelle sue file. E non penso sarebbe un ideologismo, per non dire “farina del diavolo” aspettarsi che quella religione che dovrebbe segnare l’identità di un intero continente e la sua coesione morale, sappia dimostrare nella sua forma di comunità di credenti, anche simbolicamente, la sua volontà di fare pulizia e stabilire un primato etico. Che rivendica, che io personalmente non le riconosco come tutti i laici. E che ora abbiamo un motivo in più per considerare usurpato.

E intanto il 22 settembre parte da Savona il “Pellegrinaggio della Verità”

Francesco Zanardi una delle  tantissime vittime italiane dei preti pedofili ha organizzato un’azione singolare per portare alla luce il dramma di migliaia di persone che che la Chiesa e i media sempre corrivi bei confronti del vaticano cercano di soffocare nel silenzio. Una marcia verso Roma, rigorosamente a piedi, che partirà il 22 settembre dalla Torretta di Savona, il simbolo della città.

“La decisione di fare questo viaggio a piedi – scrive Zanardi in un comunicato diffuso dall’ Associazione Rete L’Abuso – ha lo scopo di far sì che le vittime italiane si avvicinino e escano allo scoperto, lasciando le loro testimonianze, che porterò al Papa per rendere visibile la piaga della pedofilia clericale. La battaglia che sto portando avanti da diversi anni, appoggiata da vittime e associazioni non è una battaglia personale. Da vittima so perfettamente quanto sia difficile uscire allo scoperto e quanto sia importante un appoggio concreto.  Moltissime le richieste di incontro durante il tragitto sulla statale Aurelia che da giorni giungono all’associazione. Parrebbe proprio che Cristo dovrà costituirsi parte civile per le mostruosità e l’immoralità che al momento emerge nella mia Diocesi. Il vescovo insieme ad alcuni sacerdoti, quelli più omertosi dicono “non ho mai avuto sentore” continuano a nascondere in modo anticattolico pedofili e condannano le vittime e i sacerdoti che le appoggiano. Ma le vittime italiane sono stanche di subire ancora in silenzio.”

Ecco i link di riferimento:

http://venerabilis-fraternity.blogspot.com/

http://www.francescozanardi.eu/

http://www.piccoloalan.it/

http://www.crimesandthevatican.eu/