Le bombe dell’estate ’93 furono il preludio a un tentativo di colpo di stato? I picciotti mafiosi erano in subappalto a servizi segreti deviati e forze oscure della società? O tutto questo è solo una deformazione di prospettiva?

Tessera su tessera si sta fortunosamente ricostruendo una delle tante, drammatiche notti della repubblica che questo Paese ha vissuto. Dalla roccia carsica di silenzi e omertà è finalmente scaturita una pista che mano mano è arrivata a trovare fondamento nell’ex presidente Ciampi: l’alleanza tra mafia e pezzi dello Stato già stipulata  del resto per l’uccisione di Falcone e Borsellino.

Difficile rispondere alla domanda iniziale. Eppure mi sento di escludere che si sia trattato di un tentativo: se di golpe bisogna parlare allora è stato  un golpe pienamente riuscito. Certo non nelle forme classiche alle quali siamo abituati in altre aree del mondo, non con le modalità del “Bananas”, ma un golpe all’italiana, efficace proprio perché incredibile al momento e  invisibile dopo.

Se si incrociano le dichiarazioni del procuratore antimafia Grasso, l’intervista di Ciampi, le parole di Spatuzza e Ciancimino jr, pare di capire che la strategia della tensione  messa in atto in quella dannata estate  fosse in qualche modo viatico e preparazione “psicologica” all’imminente creazione di una nuova forza politica, con alla guida  forze imprenditoriali, in grado di riportare ordine e scongiurare la possibilità di un governo delle sinistre.

Forse ci ricorda qualcosa, ma  è chiaro che in questo contesto, non avrebbe alcun senso considerare la mafia come semplice braccio armato, come manovalanza incontrollabile e del tutto disomogenea al fine. La dobbiamo mettere in causa come socio occulto dell’impresa complessiva.

Di male in peggio in peggio insomma. E sebbene a distanza di 17 anni alcuni risultati di quel golpe cominciano a mostrare caratteri così ridicoli e assurdi da superare Woody Allen, gli effetti sono devastanti e drammatici. Al punto che alcuni azionisti di peso della Golpe occulto Spa, si stanno spingendo sulla strada di azzerare le possibilità concrete di indagine su criminalità o corruzione. E di eliminare la diffusione di notizie, caso mai qualcosa, nonostante tutto, dovesse saltar fuori.

Per carità, saranno tutti non golpevoli.